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Ten Years After: Doves, Alice In Chains, Cult, Pink Floyd, The Who

di RSK

L'acqua che tocchi de' fiumi 
è l'ultima di quella che andò 
  e la prima di quella che viene. 
Cosí il tempo presente.
Leonardo Da Vinci

DOVES: SOMES CITIES (2005)

Rieccoci con Ten Years After. Cominciamo con una band di tutto rispetto, quella dei fratelli Williams, nata a cavallo tra i due secoli e inseritasi perfettamente nell'ondata alt.rock britannica che tanti successi seppe seminare e raccogliere tra gli '80 e i '90. Nel 2005 reduci da due dischi di grande successo pubblicano il fatidico terzo album: Somes Cities.
In realtà si discosta poco dai precedenti e forse anche per questo è considerato minore agli altri. A distanza di dieci anni però mostra un bel piglio e un sound assolutamente riconducibile al gruppo. In definitiva una manciata di canzoni veramente piacevoli la cui parola d'ordine è il ritmo, la ritmica. Anche la voce calda e potente del tezo Doves, Jimi Goodwin, contribuisce a renderli  un bel ricordo dei primi anni 2000. Somes Cities viene composto in realtà lontano dalla città in campagna nel tentativo di accontentare le enorme aspettative che si erano create intorno alla band. Le critiche dell'epoca denotano una certa amarezza, la tipica di chi aspetta al varco un gruppo per demolirlo, ma a distanza di dieci anni Somes Cities fa solo pensare che neanche molto tempo fa le pretese degli amanti del rock fossero di molto superiori a oggi e i prodotti in circolazione in media qualitativamente più validi del 2015! Buon ascolto!


Classifica dei migliori dischi dei Pink Floyd


Prendetela per quello che è: un gioco, uno stupidissimo gioco nato dal nervosismo perenne e nella tensione elettrica in cui la redazione vive sottomessa dal truce Seimani. Una semplice domanda sul nostro DIO DELL'ANNO ha iniziato a circolare fra le vecchie scrivanie e i pc anni '90 del nostro sottoscala. Sareste in grado di ordinare i 15 ellepì dei Pink Floyd dal più bello al più brutto (si fa per dire, eh!)? E giù di classifiche, e prima questo, "no" prima quello, ma sei scemo, non capisci un cazzo di musica e così via. Alla fin delle finite, nella sacra segretezza dell'urna elettorale è sbocciata una classifica che più fika di così non poteva essere. Lo sappiamo, ognuno avrà da ridire, ognuno potrà schifare le scelte altrui ma oramai l'ordine è fisso e immutabile, perenne e incorruttibile (a meno che qualcuno voglia generosamente offrire mazzette per far scalare posizioni su posizioni al proprio album preferito). E se per caso il buon Davidone Gilmour decidesse di regalarci fra quindici o vent'anni l'ennesima perla? Saremo pronti a rivedere le nostre idee e le nostre convinzioni. At the moment, the winner is...

1970 – Atom Heart Mother
1973 – The Dark Side of the Moon
1968 – A Saucerful of Secrets
1971 – Meddle
1967 – The Piper at the Gates of Dawn
1979 – The Wall
1975 – Wish You Were Here
1969 – Ummagumma (secondo disco)
1977 – Animals
1969 – More
1972 – Obscured by Clouds
1994 – The Division Bell
1983 – The Final Cut
2014 – The Endless River
1987 – A Momentary Lapse of Reason

E TU saresti in grado di offrirci in pasto la TUA classifica?

Zabriskie Point, la ballata di Mark Frechette

di The Driller Killer

Il borace anticamente noto col nome di tinkal o borace veneziano, è un importante composto del boro. È un cristallo morbido bianco, che si dissolve facilmente nell'acqua. Se lasciato esposto all'aria secca, perde lentamente l'acqua di idratazione e diventa una sostanza gessosa bianca. 
Wikipedia

Zabriskie Point si trova nella Valle della Morte in California. E' uno dei luoghi più noti e visitati delle badlands. Caratterizzato da paesaggi spettrali e mozzafiato, è la depressione più profonda degli Stati Uniti. La sua origine risale a circa 5 milioni di anni fa a causa del prosciugamento del Furnace Creek. Il nome deriva dal vicepresidente della Pacific Coast Borax Company, Christian Breeevort Zabriskie che vi lavorò per trentasei anni passando da semplice sorvegliante a direttore generale fino alla pensione conseguita nel 1933. La compagnia si occupava dello sfruttamento delle risorse di borace presenti nella zona.

Tu nasci nel 1947, lontano dalle badlands, a Boston. La tua famiglia di origine franco canadese si occupa di te come ci si aspetti che dei genitori si occupino del loro figlio maschio. Ma il tuo spirito turbolento ti porta ben presto a vagare per il "mondo" giusto in tempo per abbandonare il college e ritrovarti a New York. Il mondo intorno sta cambiando alla velocità della luce è il 1966. La controcultura sta scoppiando ovunque, il tempo delle parole sta finendo. E' proprio in questo periodo che cominci a leggere Avatar, ne rimani folgorato ti senti pronto per unirti alla comune di Fort Hill a Boston dove lavori come falegname. Mel Lyman ti fa capire che forse quello non è posto per te. Ormai è l'alba degli anni '70, la rivoluzione è alle porte; la rivoluzione è più un istinto che un pensiero: come istinto agisce e si propaga, e come istinto darà anche le sue prime battaglie. Nel 1968 sei fermo alla fermata del bus, a Boston, ti metti a litigare per futili motivi: "Figlio di puttana" urli, qualcuno ti vede e ti riconosce, "Eccolo, è lui" "lui sarà Mark". Nel 1970 il Maestro ha già messo mani e occhi su di te. Vuole fare un film sulla controcultura americana, un film per capire il '68 fuori dall'europa. Il maestro ha la vista lunga, in te vede tutto quello che il conformismo, esanime, combatte; in te vede la ribellione e la rivolta in te, Mark vede un altro Mark. 
Il Mark del film entra in scena in un'università di Los Angeles durante un'assemblea studentesca in cui la dialettica, il linguaggio prendono il sopravvento sull'azione. E' tutto molto bello, ma tu non sei fatto per queste cose, la tua ideologia è agire: ora e qui. Prendi in prestito un aereo e te ne vai per il deserto, questo è il tuo primo e ultimo disperato atto rivoluzionario. Nel deserto nel Punto di Zabriskie, nel punto più basso e depresso della terra da te conosciuta, incontri Daria. Lei è come te, cerca la stessa libertà che cerchi tu ma il mondo è cattivo e non è fatto per voi così quello sarà il vostro primo e unico incontro. Il conformismo tornerà ben presto a cercarvi e con te non sarà per niente benevolo. Sotto forma di una divisa da poliziotto ti aspetterà al tuo ritorno all'aeroporto con l'ultraleggero preso in prestito. 

Obscured by Pink Floyd, The Dark Side Of 2015

.....and everything under the sun is in tune
but the sun is eclipsed by the moon....
("Eclipse")


GLI ANNI DEL "THE". GLI ANNI DI SYD - Il pifferaio magico alle porte dell'alba

Chi sono io per raccontare questa storia? Chi siamo noi per narrare questi eventi che sconvolsero il mondo? Come l'atterraggio delle navi spaziali nelle pianure del Nilo durante la III dinastia, 2700 anni prima di Cristo...chi sono io?
di RSK

L'appuntamento era fissato alle 3:00 Post Meridiem in un parcheggio di Brescia 2, nelle vicinanze della fermata della periferica sinistra, lui abitava li' vicino e si presento' in perfetto orario. Da lontano il suo sguardo risultava imperscrutabile, non sembrava camminasse, piuttosto pareva fluttuare armonicamente mentre l'asfalto scorreva sotto i suoi piedi come in un immaginario tapis roulant. Alcuni giorni prima era di sera, c'era buio, mi aveva rimproverato una profonda mancanza di conoscenza dei fatti. Io sostenevo la tesi  di un ragazzino di 14 anni che giustamente abbaia a tutto quello che si muove e non è disposto a scrutare ciò che rimane fermo e immutato. I Pink Floyd erano li' da molto prima che io nascessi, mentre il mio mondo divagava con successo attraverso schegge di "giorni prima" e "attimi fa" che si cristallizzavano. Eccesso di protagonismo, voglia di esserci e contare. I Militicus e i For Five Fucking Feconds erano i miei idoli. I primi sfornavano da almeno qualche mese un pesantissimo trash metal, abbaiato più che cantato e suonato a 100 mila km/h, i secondi sfoderavano chiome lungobiondissime e un portamento freak da eroinomani di vecchia data mentre lo stile glam rock li portava a suonare nei peggiori bordelli di Los Angeles. Era il 1987 e i Pink Floyd avevano appena pubblicato A Momentary Lapse Of Reason: "vecchiume" lo etichettai immediatamente, "suona come il peggio degli '80", "inascoltabile". Lui era rimasto impassibile. "E' appena uscito l'ultimo dei Letam Death...quella si che è musica"; l'accostamento non gli piacque, si avvicino' e a voce molto bassa mi disse: "Tu non conosci la storia, non sai la verità...ti sbagli e te lo posso provare". Ora Silvano Derimbenghi detto SID si avvicinava; sotto il sole d'agosto, il colorito pallido si intonava perfettamente all'abbigliamento da scolaretto in buon'uscita. Era malato, si vedeva o forse lo era per me, c'era qualcosa di poco normale in quello sguardo perso e fisso nel vuoto. Sembrava un ragazzino esile e impotente di fronte all'irruenza del mondo che si apprestava a dover frequentare, volente o nolente. Alla fine quasi a portata di mano estrasse un foglietto scritto di pugno: "Qui c'è tutto quello che ti serve sapere sulle origini, sulla loro storia e quella di Syd Barrett. Le origini dello space rock. Dischi, singoli, video, filmati, interviste, demotape, concerti da tutto esaurito e annullati. Non ti puoi sbagliare...leggi e capirai".
Le lettere in alto in rosso dicevano: "Il Pifferaio, the tea set", il primo embrione. Poi: "THE: Pink Anderson e Floyd Council, il blues". Il blues e il folk sono all'origine di tutto; negli anni precedenti all'uscita del primo album, Syd Barrett il fondatore, la divinità che scende dalla macchina, stravolge questi generi musicali con la psichedelia imperante nella scena brittanica dell'epoca. I viaggi interstellari sono ancora in fase embrionale, c'è da attrarre pubblico, bisogna convincere le masse. Le canzoni sono brevi schegge, brani divertenti, leggeri con chitarre che si perdono distorte nell'aria. C'è ancora tempo per aprire i forzieri pieni di mirabolanti segreti. Il pifferaio lo sa: UFO Club, Marquee Club, Roundhouse sono i luoghi indicati per far atterrare la nave spaziale degli extraterrestri Pink Floyd.
Silvano mi mostra la seconda sorpresa: una cassetta con su scritto The Early Singles. Poi comincia: "Syd Barrett non è solo stato il fondatore di uno dei più importanti gruppi della storia della musica del '900, ne è stato la guida, l'anima per almeno un paio d'anni, finché la magia dei suoi alambicchi non l'hanno accecato e la sua strada si è persa, poco a poco ma inesorabilmente...poi sono andati avanti gli altri. Ascolta...ascolta e capirai".
The Early Singles: i primi pezzi raccontano la storia di Arnold, Arnold Layne un ragazzo, forse un travestito che amava tanto i vestiti soprattutto quelli stesi al chiaro di luna e che in fondo gli stavano proprio bene e di un gruppo di amici che insieme si divertono a passare la giornata psichedelica perfetta: Candy and Currant Ban. Siamo di fronte al primo singolo ufficiale della band. Poi c'è la storia di Emily che vaga nella foresta alla ricerca di nuovi funghi allucinogeni con cui cibarsi e di Julia, la regina dei sogni di Roger Waters; e ancora quella di uno Spaventapasseri in un campo d'orzo con le braccia tese al vento e la testa immobile scrutando l'orizzonte che è dentro di lui. L'esordio di The Piper At The Gates Of Down (1967) è un fortunato e folgorante scrigno di pietre magiche, grezze e assurde: Astronomy Domine, Lucifer Sam, The Gnome, Bike.
Racconta ancora Pifferaio dai: Matilda Mother, Flaming, Chapter 24. Il viaggio è continuo e dalla storia di qualcuno si arriva alla storia di tutti, dell'umanità: Interstellar Overdrive. Il tutto in salsa lisergica, ovviamente. Il disco è leggenda immediatamente, almeno nella vecchia Albione. Per il resto del mondo ci vorrà qualche tempo. Per capire la grandezza del Pifferaio molto di più. 

Il Lato Oscuro del B-Side, Ten Second After

di RSK 

 « Occorre entrare nello spirito giusto, per ascoltarlo. C'è ancora un sacco di gente che ama ascoltare la musica in questo modo, cioè prestando attenzione a un'opera nella sua completezza e cercando di entrare nel mood della stessa, invece che limitarsi a fruire di singoli brani più brevi. Ecco, il nostro ultimo disco è dedicato a loro. L'unico concept dietro a The Endless River è il concept di Rick e Nick che suonano come hanno sempre fatto in passato, ma che in un certo senso avevamo dimenticato. Lavorando sulle incisioni tutto ci è sembrato subito familiare. »
 David Gilmour

 « The Endless River? Non lo ascolterò. Non ho più niente a che fare con loro. »
Roger Waters


The Endless River è dunque arrivato. Tutti lo aspettavano al varco quantomeno per essere i primi a poter dire:" io c'ero e io l'ho stroncato! Tiè". Il livello di acidità che circola in rete è ormai inversamente proporzionale al P.I.L. nazionale e a un sacco di gente non sembra vero poter demolire anche le ultime certezze di un passato che fa sempre più paura perchè incomparabile con un presente che fa semplicemente cagare. Parlo di musica e del prossimo...visto che queste non sono le mie idee né sulla musica né sulla vita né tanto meno su quest'ultimo disco dei più grandi di sempre...gli Stanley Kubrick delle 7 note: i Pink Floyd. Il disco non è un capolavoro, sia chiaro, ma innanzitutto non ritengo abbia alcun senso affermare che i Pink Floyd senza Roger Waters non siano tali, né pensare che quelli veri fossero solo quelli di Syd Barrett. I Pink Floyd di Endless River contano la metà del gruppo originale, uno è il buon Nick Mason, più David Gilmour, la cui chitarra si inserisce magistralmente nelle architetture sonore di Richard Wright vera anima del disco, anima dei Pink Floyd e mal valutato non solo da certi fans ma soprattutto da certi bassisti geni, per carità geni, ma un filino megalomani.

The Endless River of Ten Years After

di RSK


In trepidante attesa del 10 novembre, data ufficiale dell'uscita dell'"addio" dei Pink Floyd, di cui già circolano in rete pseudo recensioni, analisi filologiche, elucubrazioni psicosociologiche e quant'altro, dedichiamo questo mese la rubrica Ten Years After quasi interamente a David Gilmour & soci. Innanzitutto con il sentito omaggio alla ormai penultima fatica del gruppo: The Division Bell. A Syd Barrett emulato da quel pazzoide di Julian Cope e a Nick Mason nellevesti di produttore del capolavoro di Robert Wyatt, Rock Bottom. Aprono e chiudono due grossi nomi di ieri e di oggi come Elliott Smith e Serge Gainsbpurg. Buona lettura ma soprattutto buon ascolto.

2004 - From A Basament On The Hill

Questo disco è uscito postumo. Non sarebbe corretto nascondere questa verità prima di apprestarsi a recensire uno dei miei capolavori preferiti. Non sarebbe corretto perché quando si parla di disco postumo bisogna sempre stare attenti che dietro non si celi un'abile ma terribile operazione commerciale che, soprattutto, invece di rendere omaggio al caro estinto faccia un gran torto alle sue volontà; inoltre c'è sempre il rischio che la commozione del momento faccia cadere il critico nella tentazione di incensare l'opera a priori. Riscopriamo dunque 10 anni dopo quest'ultimo atto d'amore di un'anima pura, ribelle e solitaria. Un'anima forse troppo pura per sguazzare tranquillo nelle torbide acque del quotidiano. Elliott Smith è ormai sepolto da tempo ma la sua musica è più viva che mai, questo disco è solo uno dei tanti testamenti che per fortuna sono arrivati intatti fino a oggi. From A Basament On The Hill è un disco melodico, dall'anima essenzialmente pop, pieno di spunti e di incredibili canzoni, di fantastiche architetture sonore ispirate dal passato e proiettate nel futuro, create in un presente che non esiste più. Un disco meno folk e più british che in passato, che segna probabilmente una svolta "decisiva" (?) nella carriera di un'artista impeccabile in piena evoluzione artistica e compositiva, in piena forma. Chissà cosa ci avrebbe regalato se una mano misteriosa, difficilmente la sua, non avesse deciso di toglierlo di mezzo il 21 ottobre 2003 con due pugnalate al petto.


Freedom from Woodstock: Ten Years After

di RsK

Bentornati a Ten Years After, ogni volta che ci si appresta a scrivere questa rubrica ci si rende conto che e' sempre tempo di anniversari. Sono appena trascorsi 15 giorni dall'anniversario numero 44 di Woodstock l'ormai celeberrimo oceanico raduno hippie che coinvolse tra le 500.000 e le 750.000 persone in quel lontano 15 agosto del 1969 e che segno' la svolta per molti artisti che si resero protagonisti in quella tre giorni di pace amore e musica...diciamo quindi che di anniversario in anniversario dedichiamo questo numero di TYA proprio al megaraduno e a tutti i suoi protagonisti cominciando offrendovi un inno generazionale di un ispiratissimo Richie Havens: FREEDOM!

   

Il rumore della Musica: Ten Years After

di RSK
Silenzio! sentite questo rumore sordo nelle vostre orecchie? a volte magari non ci fate caso perche' c'e' sempre, vi accompagna giorno e notte e i rumori di fondo sono sempre tanti. I telefoni, il computer, il traffico...a volte invece quando intorno a voi tutto e' ovattato ci fate caso e lo sentite...e' come un sibilo, un fischio lontano. Il suono di un televisore spento ma lasciato in standby. E' l'eco lontano di tutta la musica che avete ascoltato in questi anni. Di tutti i concerti a cui avete assistito, di tutte le ninne nanne sussurrate alle vostre orecchie mentre vi addormentavate...Voi ve ne siete scordati, troppo presi dalla routine del presente ma se ascoltate con attenzione troverete tra le pieghe monotone di quel sibilo anche questi 5 dischi che oggi vi presento. 
Bentornati a Ten Years After

Pink Floyd: Torino, 13 Settembre 1994 - Storie dal Vivo

 


TORINO 13/09/1994 
di RSK

Nel sogno la luce e' accecante e i rumori sono assordanti non posso distendermi oltre la cortina di teste rivolte verso un enorme semicerchio illuminato, altissimo; mi protendo di piu', stiro il collo ma e' inutile non posso andare oltre. Dietro di me si ode uno schianto enorme e poi una fiammata. Un piccolo aereo si e' schiantato vicino, lo sento; le grida di stupore si fanno assordanti. L'enorme semicerchio diventa un occhio gigantesco che ci osserva, due maiali incagniti e tronfi si ingrandiscono, mentre il calore delle fiamme ci avvolge ritmicamente a folate, un calore che brucia il sudore...d'improvviso tutte le teste che mi sovrastano cambiano prospettiva, lentamente si voltano e cominciano a fissare lo sguardo in un punto indistinto alle mie spalle, non staranno fissando me? Lentamente mi volto e la vedo! Un'enorme palla rotante che esplode in un fascio di luce, la luce ci illumina, illumina noi, i nostri corpi...inermi di fronte allo spettacolo, le bocche aperte, i sogni dentro...

Mi sveglio. Sono in un campo di grano circondato da spighe al vento, soffioni che volano insieme alle libellule, nel campo di grano. C'e' un manichino, uno spaventapasseri, con gli occhi fissi verso il vuoto; intorno a me c'e' un sacco di gente che corre, un uomo con una falce smette di falciare il grano per vedere un aereo che plana sulle nostre teste...in lontanza offrono mele e arance ma sono troppo stanco.

Ricomincio a sognare: nello stadio pieno di gente cala il silenzio la notte fonda viene illuminata da migliaia di brillanti di luce, fragore di campane in lontanza, si avvicinano, si avvicinano sempre di piu'. Un basso e una batteria poi la chitarra e tutto ha inizio da dove tutto ebbe inizio...Peter recita i nomi delle stelle da un megafono. Lo spazio siderale ci avvolge non riesco a distogliere i miei occhi dai cieli che girano in tondo. Muto per la paura e agitato...qualcuno nel vuoto mi sussurra “Puoi perderti stanotte. Guarda dentro, non c'è niente da nascondere. Girati e affronta la luce.” “Cosa vuoi da me”...la luce! E' un peccato che in una qualche maniera la luce si stia tramutando in ombra e io gettando il proprio velo su tutto quel che abbiamo saputo, ignari di come i ranghi siano cresciuti, portati avanti da un cuore di pietra, potrei scoprirmi da solo in un sogno d'orgoglio!



Il treno ha un sussulto: “MILANO STAZIONE DI MILANO” sono le 5:00 del mattino e' troppo tardi o e' troppo presto...non ne ho idea non riesco a tenere gli occhi aperti, la coincidenza e' persa ma posso riprenderla...un giorno...nuovo. 




Mi ridesto al suono dei tamburi, la musica entra nella testa e' come un dolore, si innalzano pennacchi di fumo tutt'intorno a noi mentre il tempo passa. Lo spettacolo continua e la gente intorno continua a parlare: ricomincia il basso, un giro di basso martellante. Qualcuno urla: “uno di questi giorni ti ridurro' a piccoli pezzi”.

Arriva la pausa ; io sono piccolo e tutti i miei amici anche, intorno a noi figure sovrastanti di ragazzi adulti che confrontano, paragonano, soppesano, discutono, criticano. Le nuvole di fumo altamente aromatizzate dissuadono anche i piu' musoni, definitivamente! Sembrano di colpo essere tutti d'accordo, io respiro e navigo a vista cercando le risposte nelle tasche dei miei pantaloni. L'aria resta comunque pesante, la fossa e' a soli 10-15 metri da noi, sono maledettamente vicino, non ci credo! Un concerto come questo me lo ricordero' tutta la vita. Mentre mi trastullo in pensieri celestiali e scambio 4 chiacchiere 4 con gli amici, ricomincia la musica. La seconda parte e' da togliere il fiato Shine On You Crazy Diamond apre le danze con quella sua Parte I struggente e infinita, il pubblico ringrazia estasiato mentre osserva le immagini in bianco nero del giovane Diamante Pazzo che non c'e' piu' (con la testa); nessuna tregua e' concessa, in rapida successione partono Breathe e Time ovvero leggere alla voce Storia della Musica. Poi e' la volta del gioiello piu' recente la summa di The Division Bell, l'ultimo disco che restera' tale per sempre, High Hopes. Il repertorio e' immenso si passa un'altra volta da The Dark Side Of The Moon, Wish You Were Here e The Wall che chiude il concerto con i due ultimi bis, immensi.

Ci cacciano, con una follia irrazionale e improvvisa ci cacciano a calci senza troppi complimenti, noi che abbiamo dato il sangue, il respiro e la nostra vita per loro...sono di nuovo nel campo di grano buttato in terra esausto, senza forze. Qualcuno comincia a gridare e si avvicina... Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, E’ meglio che ti trucchi col tuo travestimento preferito. Con le labbra serrate e con gli occhi sbarrati. Col sorriso vuoto e il cuore affamato. La senti la bile crescere dal tuo passato colpevole. Con i nervi a pezzi quando il battente picchia e i martelli buttano giù la porta e’ meglio che fuggi. Faresti meglio a correre tutto il giorno e scappare tutta la notte. Tenerti i tuoi luridi istinti dentro in profondità. E se porti fuori la fidanzata stasera faresti meglio a parcheggiare l’auto ben nascosta. Perché se ti beccano sui sedili posteriori ad accarezzarle i boccoli, ti riportano da tua madre in una scatola di cartone. E’ meglio che corri. 
 

“ehi, apri! HaHaHaHaHaaaaaaaaaa!
" Martello, Martello"






SCALETTA DEL CONCERTO

ASTRONOMY DOMINE
LEARNING TO FLY
WHAT DO YOU WANT FROM ME
ON THE TURNING AWAY
TAKE IT BACK
A GREAT DAY FOR FREEDOM
SORROW
KEEP TALKING
ONE OF THESE DAYS

SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND
BREATHE
TIME
HIGH HOPES
THE GREAT GIG IN THE SKY
WISH YOU WERE HERE
US AND THEM
MONEY
ANOTHER BRICK IN THE WALL PT.2
COMFORTABLY NUMB

HEY YOU
RUN LIKE HELL