Tom Waits - Bone Machine
"What does it matter,
a dream of love or a dream of lies...
We're all gonna be in the same place
when we die."
Comprai Bone Machine esattamente quando venne pubblicato, nel 1992. Versione musicassetta. All'epoca il sottoscritto aveva 17 anni. Era il primo disco di Tom Waits che mi fosse mai capitato di ascoltare e ricordo come venni subito folgorato appena schiacciai il tasto play del mio mangiacassette Philips. L'album sembrava davvero registrato in qualche girone sporco dell'inferno, ma un'inferno nuovo però, pulsante, metropolitano, lontano anni luce da quell'inferno dantesco che ci facevano ripetutamente studiare al liceo. Da dove arrivavano quei suoni, come avevano fatto a registrarli in quel modo? La ritmica dell'iniziale Earth Died Screaming sembrava davvero un mucchio d'ossa che avanzava rotolando a valle da qualche montagna oscura, All stripped down pareva sul serio eseguita col contributo di un coro di demoni ridacchianti richiamati dall'Ade e The ocean doesn't want me today aveva davvero il piglio di una lettera spedita da un fantasma. E che dire della provocante marcia funebre Dirt in the ground, dell'aria assassina di Murder in the red barn, della landa desolata di Jesus gonna be here, fino alla splendida Black Wings, velenosa come una partita a scacchi giocata con Satana in persona. E nel tutto la voce cavernosa del profeta Waits, sempre pronta a spalancare i timpani come una mannaia.
a dream of love or a dream of lies...
We're all gonna be in the same place
when we die."
Comprai Bone Machine esattamente quando venne pubblicato, nel 1992. Versione musicassetta. All'epoca il sottoscritto aveva 17 anni. Era il primo disco di Tom Waits che mi fosse mai capitato di ascoltare e ricordo come venni subito folgorato appena schiacciai il tasto play del mio mangiacassette Philips. L'album sembrava davvero registrato in qualche girone sporco dell'inferno, ma un'inferno nuovo però, pulsante, metropolitano, lontano anni luce da quell'inferno dantesco che ci facevano ripetutamente studiare al liceo. Da dove arrivavano quei suoni, come avevano fatto a registrarli in quel modo? La ritmica dell'iniziale Earth Died Screaming sembrava davvero un mucchio d'ossa che avanzava rotolando a valle da qualche montagna oscura, All stripped down pareva sul serio eseguita col contributo di un coro di demoni ridacchianti richiamati dall'Ade e The ocean doesn't want me today aveva davvero il piglio di una lettera spedita da un fantasma. E che dire della provocante marcia funebre Dirt in the ground, dell'aria assassina di Murder in the red barn, della landa desolata di Jesus gonna be here, fino alla splendida Black Wings, velenosa come una partita a scacchi giocata con Satana in persona. E nel tutto la voce cavernosa del profeta Waits, sempre pronta a spalancare i timpani come una mannaia.