di TommyThecaT
Fugazi "End Hits", pare di avere tra le mani un diamante grezzo, appena estratto da una profonda miniera del Lesotho, un pezzo unico, da mille carati, che potrebbe far gridare al miracolo migliaia di gioiellieri. Schiacci “play” e da ogni angolo e sfaccettatura si sprigiona una luce potente e abbagliante, l'album scarica sull’ascoltatore un’energia infinita e dirompente. E’ musica di rottura, dove le due chitarre di Ian MacKaye e Guy Picciotto disegnano qualsiasi linea o vibrazione, tratteggiano dei passaggi elettrici incendiari, dove il basso di Joe Lally e la batteria di Brendan Canty riescono a far sobbalzare anche il più ciccione dei ciccioni. Ogni canzone è un ricamo certosino, una scultura perfetta, aggressiva ma pulita nei lineamenti. Ogni ascolto è diverso, la musica ti si incolla addosso secondo le tue esigenze e le tue estemporanee emozioni. Mille idee concentrate in 50 minuti indimenticabili, mille atmosfere urlanti, incazzose, ossessive, graffianti.